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Qualcuno pensa siano trash o troppo vecchi, altri li divorano voracemente nelle sale dei cinema d’essai, altri ancora li evitano preferendo il 3D delle produzioni contemporanee… Di che cosa sto parlando? Ma degli storici film horror e sci-fi, naturalmente!

Puoi amarli oppure odiarli, questo dipenda dal tuo gusto; quello che però non puoi davvero ignorare è la grande ascendenza che i generi horror e fantascienza (sci-fi) hanno esercitato sulla storia della musica, sull’inclusione delle nuove tecnologie e sulla creazione di un immaginario mondialmente condiviso. Non ci credi? Ecco 3 motivi essenziali per celebrare la storia di questi generi legati a doppio nodo alla storia della musica elettronica.

1) NUOVE TECNOLOGIE, NUOVI SUONI, NUOVI MONDI

Attraverso l’uso delle nuove tecnologie, le sonorizzazioni dedicate al cinema e ai radiodrammi Horror e Sci-fi hanno creato un universo sonoro unico, condiviso e immediatamente identificabile. I nuovi strumenti  – come il theremin e i sintetizzatori – si sono prestati sin sa subito come oggetti ideali per creare immagini collettive di cose strambe e mai viste. Un esempio? Se senti il suono di un theremin ululare di notte, a cosa pensi? A un’invasione aliena? Ai fantasmi nascosti nel buio di un castello?

2) AVANGUARDIE IN SALOTTO

Grazie ai radiodrammi, ai film e agli sceneggiati televisivi, la musica elettronica e la manipolazione dei suoni entrarono con facilità nelle case delle persone. A partire dagli anni Cinquanta, la maggior parte delle emittenti televisive e radiofoniche nazionali iniziò a dotarsi di studi interni per la produzione di musica elettronica da destinare ai propri prodotti. La stessa RAI aprirà uno studio a Milano, il famoso Studio di Fonologia di Luciano Berio e Bruno Maderna, dove saranno prodotte molte opere all’avanguardia.

3) PAROLA D’ORDINE: SPERIMENTARE!

Il successo di Horror e Sci-fi generò, tra gli anni Cinquanta e Settanta, un’immensa produzione di pellicole. Tutte queste immagini bisognose di suono fecero nascere un nuovo mercato: i compositori cominciarono a organizzarsi in studi privati e a realizzare delle creazioni tematiche, ispirate a particolari emozioni o situazioni (come lo spazio, le profondità marine o la più generica sensazione di terrore…). Incise per cinema e televisione, queste sonorizzazioni erano distribuite in pochissime copie da etichette specializzate come la Flipper o la Gemelli; l’assenza di rigide direttive dettate da registi o produttori permisero ai compositori la massima libertà e la conseguente proliferazione di esperimenti elettronici. I prodotti della library music rappresentavano una fonte di guadagno extra e incarnavano la giusta dimensione in cui riversare esercizi di stile e ricerca, all’ombra della protezione di uno o più pseudonimi.

Echoscope Records in questi giorni sta proponendo una collezione di nuovi lavori che omaggiano il mondo che vi ho appena raccontato: Cinematic Musical Fiction, 6 atmosfere musicali cinematiche create da me e Mauro Martinuz; mixati a Bottega Sonora, i sei quadri elettronici dal sapore retrò sono stati appositamente pensati, composti e prodotti per aumentare il potere visivo di videogiochi, cortometraggi, documentari e immagini in movimento. Le tracce sono disponibili per l’ascolto qui:

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